In un periodo di incertezza economica valutare la soluzione di chiedere un prestito non è semplice e immediato come potrebbe sembrare. Per avviare le pratiche occorrono tempo, certificazioni, garanzie e non è sempre detto che, alla fine, il prestito si riesca a ottenere.
C’è però un’alternativa valida e semplice: la cessione del quinto.
L’istituto dei prestiti con cessione del quinto venne introdotto e regolamentato in Italia nel 1950, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 180 (DPR 180/50). Nello stesso anno venne promulgato anche il suo decreto attuativo, contenente le regole per poter accedere alla cessione del quinto: il DPR 895/50. Trascorrono cinquantacinque anni prima che lo Stato senta la necessità di aggiornare il DPR 180/50 e integrarlo con il contesto lavorativo attuale, compito che nel 2005 spetterà alla Legge 14 maggio 2005 n. 80 (L 80/2005).
In buona sostanza, il DPR 5 gennaio 1950, il suo regolamento attuativo e le modifiche avvenute con la legge L 80/2005 chiariscono tre punti fondamentali: cos’è, in cosa consiste e come funziona.
La cessione del quinto è una forma di prestito, la più semplice, sicura e diretta.
Semplice, perché per potervi accedere servono un contratto a tempo indeterminato, una busta paga, una firma unica e nessun’altra documentazione. Anche il meccanismo che la regola è semplice. Sicura, perché tutelata e disciplinata dallo Stato e perché è diritto di ciascun dipendente delle Poste Italiane richiedere la cessione del proprio quinto. Diretta, perché i dipendenti delle Poste Italiane o gli ex dipendenti in pensione che abbiano soddisfatto i requisiti ricevono subito il prestito.
Il dipendente delle Poste Italiane può richiedere un anticipo sulla propria retribuzione, purché l’ammontare finale della rata che dovrà sostenere per estinguere il prestito non superi il 20% dello stipendio netto percepito. Da qui deriva il nome ‘cessione del quinto’, cioè la rinuncia a un quinto dello stipendio per un determinato periodo espresso in mesi, in cambio di una somma immediata.
Per determinare l’ammontare massimo della rata, il dipendente dovrà dividere per 5 il netto dello stipendio, quindi moltiplicare la cifra così ottenuta per il numero di mensilità, che può andare da un minimo di 24 mesi (due anni) a un massimo di 120 mesi (dieci anni). Questo conteggio fornisce l’ammontare lordo del prestito. Da esso andranno sottratti il tasso d’interesse (o TAN, Tasso Annuo Nominale), il costo delle operazioni, dei premi assicurativi e delle spese. Questi costi rientrano nel parametro TAEG, ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale. Per legge, il tasso d’interesse TAN deve essere fisso, cioè immutabile nel corso del tempo, cosicché il dipendente delle Poste Italiane non abbia a rischiare la sorpresa di vedere la propria rata fluttuare ogni mese; essa rimarrà la stessa durante tutto il periodo di ammortamento.
A erogare la cessione del quinto di stipendio è il Mediatore Creditizio, ovvero una società di capitali che si assuma il compito di mettere in relazione Istituti di Credito e Banche con il richiedente del quinto. La figura professionale che si occupa di presentare la richiesta all’Istituto di Credito è invece il cosiddetto Agente in Attività Finanziaria, un professionista il cui compito è proprio quello di presentare richieste di finanziamento per conto terzi. Il dipendente delle Poste Italiane potrà quindi scegliere se avvalersi dell’ente Mediatore Creditizio oppure direttamente dell’Agente in Attività Finanziaria.
Il decreto attuativo DPR 895/50 in merito alla regolamentazione, stabilisce che soltanto gli enti Mediatori Creditizi e gli Agenti in Attività Finanziaria iscritti a un apposito albo tenuto da Banca d’Italia possono occuparsi di gestire la cessione del quinto. Sancisce che dovrà essere l’Istituto di Credito oppure la Banca a compensare il Mediatore Creditizio per il servizio reso e non il richiedente del quinto, che invece ha l’obbligo di sottoscrivere una copertura assicurativa in concomitanza con la richiesta di cessione. La polizza, in caso di morte o perdita del lavoro, tutelerà il Mediatore Creditizio (ovvero l’ente che eroga fisicamente il prestito), estinguendo il debito residuo del dipendente delle Poste Italiane.
Se l’Istituto di Credito accetterà la richiesta di cessione del quinto, il Mediatore Creditizio provvederà a erogare al dipendente l’ammontare totale del prestito, meno il costo dell’assicurazione obbligatoria. Solitamente, è dal mese successivo al saldo che il datore di lavoro, Poste Italiane in questo caso, inizierà a trattenere dalla busta paga la rata corrispondente al quinto della sua retribuzione, mese dopo mese, per tutta la durata del finanziamento. In pratica, Poste Italiane sarà il garante nell’accordo e si incaricherà di versare puntualmente le rate prelevandole dalla busta paga del dipendente. Con questo metodo, il contraente non corre il rischio di incappare in problemi di insolvenza, intenzionali oppure procurati da ritardi e malfunzionamenti, possibili in altri sistemi rateali. Tuttavia, questa è una forma di cessione volontaria e il contraente ha facoltà di revocarla in qualsiasi momento.
Ma chi può richiedere la cessione del quinto?
I dipendenti di Poste Italiane che abbiano un contratto a tempo indeterminato e gli ex dipendenti di Poste Italiane in pensione. Vi sono però delle restrizioni in ciascuna delle categorie e variano moltissimo a seconda dell’Istituto di Credito.
La restrizione per dipendenti con contratto a tempo indeterminato riguarda il periodo di anzianità. Sebbene il DPR 180/50 avesse fissato il limite a quattro anni, ponendo come condizione che il periodo di anzianità del richiedente fosse minimo quadriennale, con la Legge 80/2005 esso è stato revocato e lasciata facoltà decisionale agli Istituti di Credito. Alcune Banche fissano questa soglia minima a due anni, altre invece potrebbero innalzarla.
Per i pensionati ex dipendenti delle Poste Italiane la restrizione riguarda l’età: alcune Banche fissano l’asticella sulla soglia degli ottant’anni, altre invece accordano la cessione del quinto della pensione anche fino agli ottantotto anni.
Ma le buone notizie sono molte e incoraggianti.
Cattivi pagatori, protestati e pignorati possono domandare (e ottenere, se rientrano nelle condizioni di accesso che devono essere chiaramente indicate nella richiesta) la cessione del quinto, poiché la loro attendibilità finanziaria non verrà messa in discussione né controllata dagli Istituti di Credito che erogano il prestito: il garante, cioè Poste Italiane, è affidabile e il sistema è strutturato in modo da azzerare i rischi di insolvenza. Inoltre, trattandosi di una cessione volontaria, nessun richiedente è tenuto a fornire spiegazioni su come intende utilizzare il prestito. Anche il dipendente delle Poste Italiane o l’ex dipendente in pensione che abbia altri finanziamenti in corso potrà richiedere comunque la cessione del quinto, anche qualora voglia spenderla per estinguere quegli stessi finanziamenti.
Oggi, svariati Mediatori Creditizi offrono la possibilità di ottenere la cessione del quinto e, poiché i requisiti per accedervi sono tutt’altro che uniformati dal decreto, svariate sono anche le opzioni possibili, i tassi d’interesse (TAN) e i costi delle spese (TAEG). La concorrenza, per una volta, gioca a favore del contraente, purché valuti con la dovuta oculatezza quale, tra le molteplici proposte, è più semplice e vantaggiosa per lui.
Il dipendente delle Poste Italiane potrebbe, per esempio, cercare fra le tante proposte quella che assicura il tasso d’interesse più basso, oppure valutare di richiedere la concessione del quinto in un momento finanziario in cui il TAN scende, così da ottenere una rata mensile più contenuta e pagare meno interessi sull’ammontare totale del prestito.
Anche il TAEG, cioè il costo delle spese tra le quali vanno annoverate ritenute, imposte e quiescenza, può variare moltissimo a seconda del momento finanziario e del Mediatore Creditizio. Analogo discorso può essere fatto nei confronti delle singole voci che compongono questo indicatore e col costo dell’assicurazione obbligatoria, che da solo rappresenta il 3% circa delle spese totali.